Articolo Ronde del Riso 2002
equipaggio: Franco Cattaneo e Rolly Uffer

Indietro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gira che ti gira tutti giù per terra

 

 

la classifica     

Di:  

Gabriele Valinotti e Tommaso Valinotti

Vercelli, 27 ottobre

Ci vuole tutta la pazzia di Massimo Formaggio, aggiunta a quella (non minore) dei suoi collaboratori dell’Équipe Vitesse per inventarsi una gara simile.

Già la formula dei Rally Ronde è nuova, quindi guardata con ambiguità, se poi ci aggiungiamo che la gara è su fondo sterrato il risultato che ne salta fuori è una miscela esplosiva che può esaltare o esploderti in mano.

Invece il primo Rally Ronde del Riso, Memorial Mario Formaggio, è andato in scena nel migliore dei modi, con 42 equipaggi al via dalla basilica di Sant’Andrea a Vercelli, e 30 entusiasti sul palco di arrivo in serata.

 

La dimostrazione di superiorità degli equipaggi esteri, lo svizzero Franco Cattaneo, la pattuglia sammarinese guidata da Sandro Broccoli e il friulano Giuliano Ruoso, è stata netta ed incontestabile. La scarsa propensione dei nostri a misurarsi su questo fondo è venuta fuori in modo netto e incontestabile, ma si è accesa la speranza che il moltiplicarsi di gare simili crei una scuola di terraioli significativa.

Buone prove sono venute da Luca Gulfi (un pilota che vanta un passato nelle storiche a trazione posteriore) Adriano Zanatta (cinque Mille laghi disputati servono), Gianlugi Cogo, che mastica la terra di Maggiora fin da quando aveva le brache corte e Bernardo Morgani, grande vecchio che attinge a piene mani dalle bisacce della sua esperienza.

Se la stava cavando egregiamente anche Zenigata, che non riusciva a mettere il sale sulla coda a Ruoso, ma cominciava ad avvicinare i suoi tempi. Insomma la stoffa dei nostri c’è, va solo tagliata meglio.

Terra rossocrociata

La formula è semplice ed efficace.

Tre passaggi sulla prova il sabato con vetture stradali a due ruote motrici, e poi alla domenica via ai quattro passaggi sulla prova. Si tengono i tre migliori tempi, così se si ha un problema si può ripartire.

Si parte con un’ora di ritardo a causa di alcuni mezzi di soccorso che non giungono in tempo alle loro postazioni, ma gli equipaggi ringraziano. Quell’ora in più permette alla nebbia di diradarsi leggermente.

Tutti, o quasi, pensano di sfruttare questo passaggio per correggere le note prese il sabato con la vettura stradale, e fare un passaggio veloce. Di opinione contraria sono Franco Cattaneo e Rolli Uffer, che staccano subito un tempo estremamente significativo (13’26”9) con la loro Mitsubishi Lancer EVO V e vincono la prova.

La filosofia di Cattaneo è condivisa dal sammarinese Alex Broccoli, navigato da Cristian Zonca, che stacca il secondo tempo con la Renault Clio RS con appena 1”7 di distacco, nonostante il portacolori della Rubicone Corse debba superare in prova la Fiat Coupé di Roberto Grosso.

Anche Filippo Pensotti, navigato da Gabriele Falzone, ci dà dentro con la sua Subaru Impreza Sti, pagando 22”7.

Abituato al fondo sterrato vola letteralmente il pordenonese Giuliano Ruoso, navigato da Paola Maniago, con la piccola Opel Corsa Gsi Gruppo A, staccato di 25” 8, mentre Gianluca Quaderno, con Simone Gioia alle note, comincia benissimo la sua giornata siglando il quinto tempo con la Renault Clio Williams della Gima, seguito a ruota (3”8 dietro) da Alex Bocchio e Raffaella Fontana con la Honda Integra Type R, una vettura molto bassa che sembrerebbe più adatta alla pista che allo sterrato di Prarolo.

Dietro ai bassanesi Michele Piccolotto Massimo Perin, si classifica il primo dei nostri dotati di quattro ruote motrici, ovvero Mauro Patrucco (navigato da Gil Calleri) che prende confidenza con la Mitsubishi Lancer EVO VI del Biella Motor Team. In un fazzoletto di secondi ci sono anche Luca Gulfi e Max Migarone (Mitsubishi Lancer EVO VI Meteco Corse) Adriano Zanatta e Giorgio Volpatto (Mitsubishi Lancer EVO VI Gruppo A), cui tocca l’onere di spazzare la strada agli avversari, quindi i portacolori dello 011 Racing Walter Casa e Federico Bollato, molto circospetti nel portare la loro Mitsubishi Lancer EVO VI al termine della prova. Fra Bocchio e Casa il divario è di appena 13”2, a dimostrazione di come tutti abbiano cercato di apprendere nel miglior modo possibile il percorso.

Non è della stessa idea Gianluigi Cogo, con Omar Pedrazzoli sul sedile di destra, che fa volare la piccola Peugeot 106 Gruppo N, ma si sa, lui è abituato allo sterrato di Maggiora (anche se ha solo quattro gare sulle spalle) e dimostra un’ottima confidenza con la scivolosa situazione.

Il pesante distacco pagato da Lorenzo Faricciotti e Simona Savastano, Subaru Impreza Sti Gruppo N, è dovuto ad un’avaria ai freni che smettono di funzionare dopo appena quattro km di speciale.

Peggio va all’esordiente su terra Giorgio Gaida, che arriva lungo e finisce in una risaia. Per toglierlo dalla scomoda posizione deve intervenire un fuoristrada dell’organizzazione e paga ben 26’ di ritardo. Nulla di grave per l’equipaggio della Novara Corse, che potrebbe scartare questo passaggio, se non che nel trasferimento che li porta all’assistenza di Vercelli non incappassero in un autovelox che li costringe al ritiro.

Problemi anche per Silvano Valsesia che spancia duramente con la sua Clio e rompe il differenziale. Per lui chiusura della prova al rallentatore e ritiro all’assistenza.

Si ritorna allo start di Prarolo ed è ora di fare sul serio.

Infatti Cattaneo abbassa il suo tempo di 50” (12’37”2) e   vince la prova, ma gli avversari ora sono più vicini. Gulfi è a 15”6, Zanatta a 19”, Faricciotti a 25”, i sammarinesi Stefano Guerra e Giusy Angeli a 26”. Quindi Broccoli, che tocca leggermente la Coupé di Grosso per chiedere strada a 29”4, seguono Patrucco, che non trova il feeling con le gomme, il solito Ruoso, un maggiormente determinato Walter Casa, il solito Cogo e Zenigata, navigato da Paolo Vercelli, che all’assistenza più che controllare la sua Opel Corsa Gruppo A, è andato a chiedere lumi al friulano Ruoso su come si guida sulla terra.

La giornata volge al peggio per Gianluca Quaderno, che manca un aggancio a tre km da fine prova e vola fuori, riesce però a ripartire con la marmitta schiacciata e il motore che non tiene il minimo.

Volano fuori le Subaru di Filippo Pensotti e Michele Piccolotto e restano impantanate finendo fuori tempo massimo. Si ferma anche Alex Bocchio con la capricciosa Honda Integra che si spegne in prova quando manca poco alla fine  (ma che numeri vederlo passare).

C’è un primo abbozzo di classifica, ma molti concorrenti confidano di scartare il primo passaggio. Conduce Cattaneo, seguito da Gulfi a 15”6, Zanatta a 19”2, Faricciotti a 25”7, Guerra a 26”5, poi Broccoli, miglior 2RM, a 29”4, Patrucco a 32”, Ruoso a 52”6, Casa a 1’10”9, che deve guardarsi dallo scatenato Cogo che chiude i top ten.

Incollato a Cogo (appena 8/10) Zenigata seguito dai sammarinesi della Novara Corse Denis Stefanelli e Leonardo Sansovino, quindi Gianluca Quaderno, che deve tenere buono il tempo della prima prova.

Cattaneo attacca ancora nel terzo  passaggio (12’27”4) e rifila 11”4 a Zanatta e 19”9 a Faricciotti, quindi Gulfi a 20”9 Guerra, Broccoli (che ora ha strada libera) Ruoso, che ha in scia Zenigata, ormai entrato in pieno nella sua parte, gli ever green Bernardo Morgani Carlo Michela e Peugeot 405 MI 16, che dominano la classe A7, ma soprattutto danno spettacolo, Cogo poi Casa e Stefanelli che impattano lo stesso tempo al decimo di secondo.

Si ferma con il motore ko Patrucco, mentre Quaderno buca e si fa 14 dei 17 km della speciale sul cerchio, perdendo 2’48” da Cattaneo.

Manca una sola prova al termine e la situazione sembra ben delineata.

Cattaneo conduce con 30”6 su Zanatta, che ha 5”9 su Gulfi, inseguito a 9”1 da Faricciotti che ha 5”5 su Guerra.

Broccoli è quinto, primo delle 2RM e non è insidiato dal sesto, Ruoso, sesto con un distacco di 47”9 dal sammarinese. Zenigata è settimo con 15” su Casa, che ha in scia, ad appena 1”1 Cogo.

Cattaneo si rilassa e non migliora le sue prestazioni (12’33”5).

Gulfi invece tira fuori gli artigli e stacca il miglior tempo di speciale con 12’28”9. Se il fatto non tocca Cattaneo, che ormai è proiettato verso la vittoria, il volo di Gulfinen-Migaronen strappa la seconda piazza nell’assoluta a Zanatta-Volpatto, che segnano il terzo tempo staccati di 10”.

 

“Ho fatto lo stesso tempo di prima, ma Gulfi si è migliorato di ben 20” nonostante il fondo stradale sia decisamente peggiorato” commenta scuotendo la testa il finlandese di Castagneto Po.

Quarto tempo per Guerra, seguito da Broccoli e Walter casa, che si scrolla di dosso Cogo (autore del nono tempo in speciale, prestazione pur ragguardevole). Nei top ten della speciale Ruoso, Quaderno che almeno a tempo dimostra le sue prestazioni. Cogo appunto e Stefanelli.

Non entra in prova Lorenzo Faricciotti con il motore fumante già nel passaggio precedente, né Zenigata appiedato dal motore.

Franco Cattaneo e Rolli Uffer vanno a lustrare la loro Mitsubishi in parco assistenza finale, prima di tornare davanti a Sant’Andrea per il bagno di folla e di spumante finale.

Gulfi sprizza di gioia da tutti i pori, mentre Zanatta è soddisfatto di essere almeno a podio ed aver concluso la gara senza problemi.

Si conclude una splendida gara con le premiazioni in pedana, fiumi di spumante che lavano non solo piloti e macchine, ma anche meccanici, spettatori e autorità presenti.

E l’appuntamento è per il 25 ottobre 2003.

La scommessa è vinta. Ora è più facile puntare sulla Ronde del Riso anche per i concorrenti.

A8 Tutto facile per Zanatta

Vittoria di classe facile facile per Adriano Zanatta e Giorgio Volpatto che non hanno alcun problema a regolare i loro unici avversari, Ivo Dagnes e Andrea Canepa, Mitsubishi Lancer EVO VI, portata in Gruppo A dopo le verifiche.

Ma l’obiettivo dell’equipaggio della New Driver’s Team non è certamente la classe, ma l’assoluta.

Fin dalla prima prova però è chiaro che l’allenamento e la confidenza di Cattaneo sulla terra gli dà quella marcia in più. Zanatta e Volpatto, senza rinunciare alla loro spettacolare guida, effettuano un primo passaggio (immerso nella nebbia) cauto e prudente, per poi aumentare il ritmo nel secondo passaggio dove compiono due piccoli errorini che li costringe a ripartire da fermi e costano una ventina di secondi, giusto il tempo che li separa da Cattaneo.

Nel terzo passaggio badano a limitare i danni e perdono forse la concentrazione nell’ultimo, consentendo a Gulfi una rimonta che era nell’aria.

Comunque aver concluso senza un graffio un rally così difficile è già un successo.

“Mi ero detto ‘appena fanno una gara su terra ci vado’ ed eccomi qua”.

Semplice semplice si presenta così Ivo Dagnes, affiancato da Andrea Canepa, con la Mitsubishi Lancer EVO VI della Biella Corse.

Fermo dall’inizio della scorsa stagione (aveva disputato il Riso e gli Orsi a marzo) Dagnes non insegue la classifica, fa apprendistato sullo sterrato che mai aveva visto e toglie palate di secondi ad ogni passaggio, fino a chiudere in 16a posizione assoluta.

 

Si deve correre di più.

N4 Tornado svizzero, ciclone Gulfi

Veramente nulla da fare contro Franco Cattaneo e Rolli Uffer che uccidono la concorrenza fin dal primo passaggio. Il distacco inflitto agli avversari è più pesante in termini psicologici che numerici, in quanto tutti i pretendenti alla vittoria hanno progressivamente migliorato, scartando proprio la prima prova.

Ma la determinazione e la velocità dell’equipaggio marchiato Chicco d’Oro ha fatto capire che non ce n’era per nessuno, anche se dopo ogni prova Cattaneo ripete che la gara, grazie alla formula degli scarti è tutta aperta.

Per Cattaneo solo un paio di brividi.

“Ho sbagliato due volte la stessa curva, nel primo e nel terzo passaggio. Ma se a inizio mattinata ero da scusare, perché non si vedeva nulla, nel pomeriggio sono arrivato troppo lungo rischiando grosso. Mi

sono attaccato ai freni, poi a tre metri dalla curva li ho mollati e fatto girare la macchina. Per fortuna è andata bene.”

Grandissimo risultato per Luca Gulfi e Max Migarone, che hanno conquistato la seconda piazza con la Mitsubishi Lancer EVO VI della Meteco Corse.

Per l’equipaggio torinese una sola prima prova in sordina, quando hanno dovuto prendere le misure con la Mitsu, mai guidata prima, e con la terra, mai calpestata.

 

A Gulfi è sicuramente servito il suo passato di rallista nelle storiche, quando gareggiava con una Fiat 124 Sport Coupé, che aveva pochi cavalli (in confronto alla Mitsu) e zero assetto, dovendo continuamente correggere in controsterzo.

Così ha attaccato fin dalla seconda prova (dove ha segnato il secondo tempo nell’assoluta), navigando costantemente a podio. La sua terza speciale ha indotto in inganno gli avversari.

“Anche se ho tolto 5”al passaggio precedente non sono soddisfatto perché sono stato poco performante, compiendo qualche errorino nel medio veloce”.

Nel quarto passaggio, con il fondo stradale molto compromesso ha effettuato un vero capolavoro, vincendo la prova e soprattutto scavalcando Zanatta nell’assoluta.

Se si fosse ripartiti da zero Cattaneo avrebbe avuto un avversario da cui guardarsi.

Terzi di classe i sammarinesi Stefano Guerra e Giusy Angeli, circospetti nella prima, ben performanti nelle altre prove, e sempre a ridosso del podio di classe, che hanno fatto loro con il ritiro di Lorenzo Faricciotti, migliorando il loro grado di conoscenza con la Mitsubishi km dopo km.

Per la prima volta nei top ten dell’assoluta Walter Casa e Federico Bollato, hanno inaugurato nel migliore dei modi lo 011 Racing, anche se vivono subito un brivido il sabato sera, quando fanno i 5 km della passerella cittadina con la gomma posteriore sinistra a terra. Ma in quel momento il cronometro non conta.

Con un inizio da scuola elementare (prima volta sulla terra, prima volta sulla Mitsu dopo 21 anni di gare), l’equipaggio di Settimo Torinese teme di essere travolto dagli avversari, poi nella seconda fa tutto per bene e abbassa il tempo di 27”. Nella terza la troppa confidenza li porta a scegliere traiettorie, meno pulite e performanti, peggiorando la loro prestazione di un secondo, ma alle fine (anche perché hanno sul collo il fiato di Cogo) staccano un sesto tempo nell’assoluta, che vale loro il quarto di classe ed il settimo nell’assoluta. Niente male.

Grandissima prova di Gianni De Margaritis e Gianluca Reami, che concludono 11i assoluti, e quinti di classe. Per loro è una classe iniqua in quanto sono a bordo di una Seat Ibiza TDI, che paga pesantemente il fatto di avere il turbo.

 

Nella prima compiono un’uscita di una decina di metri in una risaia, ma fortunatamente per loro, riescono a togliersi dal pantano e possono riprendere baldanzosi, poi cominciano a macinare strada, migliorando costantemente le loro prestazioni.

Sesta piazza per Ciro Steffen e Giammaria Santini, Mitsubishi Lancer EVO V, alla prima esperienza sulla terra e con la Mitsu. La prima prova è da scuola guida (34° tempo assoluto), ma andando pianissimo capiscono perfettamente dove mettere le ruote. Infatti nella seconda tolgono oltre 1’30” e si inseriscono in posizioni di classifica più consone al mezzo. Altri 30” volano via nella terza, mentre nell’ultima peggiora un po’ a causa del fondo stradale compromesso. Ma l’obbiettivo di imparare a governare i 300 CV della Mitsu su terra è pienamente raggiunto.

Piuttosto corposo l’elenco dei ritirati.

Lorenzo Faricciotti e Simona Savastano hanno cotto il motore della loro Subaru Impreza Sti nel corso della terza speciale che sono ancora riusciti a concludere (ottenendo il terzo tempo assoluto), poi si sono dovuti fermare. Per loro c’era già stato un problema ai freni nella prima speciale.

Fuori per lo stesso problema anche Mauro Patrucco, che è all’esordio sulla terra con la Mitsubishi Lancer EVO VI. Inizialmente paga problemi di inesperienza e scelte non perfette di gomme, quando sarebbe ora di venire al buono il motore lo ferma. A metà gara è 7° assoluto.

 

Finiscono invece fuoristrada nel corso della seconda speciale, senza riuscire a districarsi dalle risaie con le loro Subaru Impreza Sti, Filippo Pensotti e Michele Piccolotto.

A7 Peugeot vecchia fa buon brodo

Grandissima prestazione della vecchia Peugeot 405 MI 16 di Bernardo Morgani e Carlo Michela, che vincono la classe e ottengono la 10a posizione assoluta (terzi di Gruppo A).

I due portacolori del Biella Motor Team pensavano di essere competitivi fin dal via.

“Questa 405 MI 16 può ancora fare molto” dicono i due sabato sera, ricordando i risultati ottenuti da tal Andrea Aghini con la vettura.

Sulla prima prova speciale Morgani-Michela ottengono solo il 20° tempo a causa della rottura dell’interfono e del bisogno di mettere a punto le note. Pazienza, tanto si scarta.

Il miglior tempo di classe lo ottiene Marco Buffo, affiancato da Anna Carezana, che mette e frutto le sue esperienze su ghiaccio, e va come un razzo nonostante un assetto impennato della sua Peugeot 205 GTI.

“Me lo ha consigliato Zanatta, sicuramente va meglio così” asserisce il pilota della New Driver’s a chi gli chiede spiegazioni.

 

Terzo tempo per Pier Mario Cornaglia (che dimentica tutti i dolori alla spalla appena mette il casco in testa), affiancato da Leopoldo Pesce con la Fiat Coupé che ha problemi di assetto.

“Non riusciamo a regolare gli ammortizzatori e balla davanti”   commenta Cornaglia.

Segue Alex Vittalini, in gara con la Fiat Stilo Trofeo per accumulare esperienza, quindi Paolo Raviglione, navigato da Vittorio Gremmo, che ha iscritto in A la sua Renault Clio Williams Gruppo N.

Fabio Giagoni, navigato da Andrea Segir, ha problemi ai freni alla sua Peugeot 205 GTI e rischia di finire fuori una paio di volte.

Nella seconda prova è ancora Morgani a segnare il miglior tempo, migliorandosi al punto da staccare il 13° tempo assoluto abbassando di 1’31”3.

Giagoni stacca il secondo tempo (18° assoluto) che dà spettacolo abbassando nel contempo di 1’26”7, recuperando la seconda piazza di classe. Quindi Cornaglia che toglie 22”, che fa meglio di appena 1/10 di Marco Buffo che toglie solo 23”. Seguono Vittalini e Raviglione che rompe la leva del cambio della sua Clio a metà speciale e peggiora di quasi un minuto.

Morgani entra nei top ten togliendo altri 18”, quindi Giagoni, che fa delle staccate da brivido rischiando di finire in un fosso ogni volta, che precede Buffo che abbassa di 25” anche se la sua 205 GTI si spegne.

“Nei saltellamenti non riesco ad inserire con precisione le marce. Invece di fare un seconda terza sono passato in quinta e lei si è spenta.”

Subito dietro ancora Cornaglia, poi Raviglione:

“Con il cambio a posto ho tolto 2’10” e, cosa molto importante, mi sto divertendo.”

 

Nell’ultima è ancora Morgani a staccare il miglior tempo ed a conquistare il successo di classe:

“Aghini sarebbe andato più forte di me. Comunque ringrazio i meccanici e Carlo Michela, il mio navigatore, che mi ha messo a disposizione una vettura divertentissima. Sono all’esordio sulla terra, e mi sono divertito moltissimo.”

Cornaglia stacca il secondo tempo di classe, grazie anche al fatto che cambia gli ammortizzatori, migliorandosi di 13” pur nel peggioramento della strada. Con questo risultato scavalca Giagoni e Buffo ed ottiene la seconda piazza.

Alle sue spalle si classifica Fabio Giagoni, che segna il peggior tempo di classe per un problema ad un cavo della candela tranciato che fa viaggiare la sua 205 a tre cilindri.

“Nonostante tutti i problemi mi sono divertito moltissimo. La prova di Prarolo è veramente tosta. Sono sempre arrivato al fondo sudato e con i crampi tanto è impegnativa.”

Marco Buffo non approfitta dei guai di Giagoni in quanto la sua 205 saltella come un grillo.

“Nell’ultima prova non aveva senso prendere rischi. Sono andato tranquillo, Cornaglia e Giagoni sono andati più forte” è la filosofica risposta del pilota della New Driver’s Team.

Segue Alex Vittalini:

“Essere all’arrivo è molto importante. Non abbiamo preso rischi, ma accumulato molta esperienza in vista di una prossima partecipazione al Trofeo Stilo 2003.”

 

Chiude la classifica Paolo Raviglione:

“Ho lottato contro la sfortuna, oltre al problema al leveraggio del cambio nella seconda speciale. Sono partito con un assetto non corretto, poi nella terza ho avuto problemi alla pompa benzina. Comunque la gara è bella ed essere sul palco arrivi è una buona cosa.”

N3 Broccoli da assoluto

Alessandro Broccoli e Cristian Zonca, Renault Clio RS, hanno subito spaventato la concorrenza sulla prima speciale staccando il secondo tempo assoluto, ad appena 1”7 dalla Mitsu di Cattaneo. Broccoli, esperto sammarinese di fondi sterrati, ha attaccato subito riservandosi di scegliere quale prova scartare alla fine.

Il suo problema maggiore nelle prime due speciali è stato superare il Coupé di Roberto Grosso, che pur facendosi da parte, fa perdere una manciata di secondi all’equipaggio della Rubicone Corse. Da metà gara in avanti però Grosso da strada in partenza e Broccoli stacca tempi sempre di grande valore numerico, anche se gli equipaggi delle 4x4 migliorano più di lui.

Con il passare delle prove la strada peggiora ed infatti Broccoli migliora solo di poco, pagando così la minor trazione delle due ruote motrici. Il suo miglior crono lo registra al terzo passaggio con 13’01”5, peggiorato leggermente solo nell’ultima. Una quinta piazza assoluta più che meritata.

Ci ha provato a lottare con Broccoli Alex Bocchio, navigato da Raffaella Falcone, autore di un incredibile sesto tempo assoluto nella prima prova, anche se in pedana di partenza dichiara di iniziare con calma senza voler commettere errori. Purtroppo l’ammutolimento della sua Honda Integra Type R  nel corso della seconda prova impedisce di capire dove sarebbe finito l’equipaggio dell’Équipe Vitesse se fosse rimasto in gara fino alla fine. Sicuramente Broccoli avrebbe avuto più rogne.

 

Velocissimi nella prima prova anche Gianluca Quaderno e Simone Gioia, autori del quinto tempo assoluto con la Renault Clio Williams. Poi pagano un errore nella seconda in cui vanno ad impantanarsi dopo aver preso un taglio troppo forte con conseguente piroetta e uscita nelle risaie, mentre nella terza speciale bucano dopo appena 3 km pagando oltre 2’ a Broccoli. L’8° tempo assoluto, secondo di classe, nell’ultima prova consente all’equipaggio dell’Happy Racer di risalire alcune posizioni chiudendo però al 14° posto di assoluta e quinto di classe. Un risultato che va sicuramente stretto ai due ragazzi vercellesi.

La seconda piazza di classe è conquistata dai sammarinesi Denis Stefanelli e Leonardo Sansovini, che corrono però per i colori della Novara Corse. Anche per loro l’inizio è tranquillo, poi prendono il ritmo e rimangono costantemente a ridosso dei top ten.

“Era la prima volta che correvo con questa Peugeot 306. Ho preferito ragionare, con questa prova stretta conta più la testa del piede. Bisogna ragionare. Broccoli era imprendibile, ma lo sapevo fin dall’inizio”.

E ragionando, oltre a pigiare il piede sull’acceleratore, centrano il secondo di classe e nono assoluto.

Terza piazza per Mauro Gaveglio e Paolo Carrucciu, venuti a Vercelli per testare l’Opel Astra OPC by Piccato. La loro gara inizia subito con un brivido con la vettura che non vuole saperne di mettersi in moto per problemi alla batteria. Poi tutto procede per il meglio e i tempi sono significativi.

“Non ho mai corso sulla terra. La macchina è estremamente competitiva – commenta Gaveglio a metà gara – anche se manca del cambio Super N. Purtroppo mi ritrovo molte volte con il regime motore non corretto. La prima è alle stelle la seconda muore. Evolvendola questa OPC diventa un brutto cliente per tutti.”

Gaveglio guida tranquillo e passa dal 20° tempo sulla prima, al 15° sulla seconda (un minuto tolto), 14° sulla terza per chiudere con il 13° tempo nell’ultima speciale, che valgono all’equipaggio di bagnolo il 12° posto nella classifica assoluta.

Alle loro spalle, anche nell’assoluta Paolo Dissegna e Marco Cavagnetto.

“Non ho mai usato l’Ibiza – dice al secondo riordino Paolo Dissegna – e devo dosare gli entusiasmi. Sono fermo dal Lana 2001 e non corro sulla terra da secoli. Ma mi diverto”.

Nella terza speciale l’equipaggio dell’Équipe Vitesse assaggia la spalletta di un ponte, senza però subire danni (peggiorano di 4”), ma continuano la loro cavalcata.

“L’importante era divertirsi senza fare danni e ci siamo riusciti” dice sul palco finale il biellese.

Chiude la graduatoria Roberto Grosso, navigato da Lorenzo Calcia, su Fiat Coupé.

Il pilota di Grugliasco vuole accumulare esperienza sulla terra, ma ha alle spalle il missile Broccoli che gli fa perdere concentrazione dopo pochi km di prova.

“Saper che arriva mi mette in tensione e non riesco più a guidare concentrato tenendo costantemente lo sguardo sullo specchietto”. Così decide di pagare all’ingresso della terza prova, dove stabilisce la sua miglior prestazione della giornata.

Non hanno concluso la gara Alex Bocchio, Silvano Valsesia (che spancia nella prima prova speciale e rompe il differenziale), Ivo Frattini, che è uscito di strada con la sua Peugeot 205 GTI che ha rispolverato proprio per l’occasione. Stefano Mantovan si ferma dopo la terza speciale con gli ammortizzatori scoppiati in alcune spanciate precedenti;  già sabato sera (per la passerella nelle vie di Vercelli) ha problemi con la ventola del radiatore della sua Opel Astra. Peccato perché per lui e Monica Agazzini è una bella gara di apprendistato.

Un’uscita di strada, poi la polizia ferma la gara di Giorgio Gaida.

A6 Zenigata si istruisce, vince Ruoso

Zenigata e Paolo Vercelli sanno fin dall’inizio che è difficile contrastare Giuliano Ruoso, affiancato da Paola Maniago. Il friulano è una grande esperto della terra, unico fondo su cui corre da parecchio tempo. A mettergli il sale sulla coda ci prova Zenigata, ma il pordenonese è imprendibile.

 

Ruoso inizia subito da scatenato e stacca il quarto tempo assoluto, lasciando a 39”6 Zenigata e a 58” Gianni Sabena e Vanda Geninatti.

Ruoso si migliora di 23” nel secondo passaggio, ma i piloti della 4x4 si scatenano, è comunque 8° assoluto. Zenigata compie un notevole balzo in avanti e segna l’11° tempo assoluto, mentre si ferma Sabena per rottura di un semiasse al decimo km.

Ruoso si migliora di 3” nella terza (7° tempo per lui) e Zenigata compie un ulteriore balzo in avanti arrivandogli ad appena 3”, nonostante prenda in prova Stefano Mantovan con problemi di ammortizzatori e un sasso gli scheggi il parabrezza.

“Ho chiesto consigli a Ruoso ed i risultati si sono visti. Peccato che ora non voglia più dirmi nulla” si rammarica Zenigata che è 8° assoluto.

Il bel duello di classe finisce qui.

Ruoso vola ancora nella quarta speciale, in cui stacca il settimo tempo, mentre Zenigata deve fermarsi con il motore arrosto.

Il trentatreenne di Pordenone sale sul palco e festeggia la sua splendida gara: 6° assoluto, secondo di Gruppo A, secondo del 2 RM. Cosa si può volere di più con una piccola Opel Corsa?

“Mi sono divertito moltissimo in questa gara, sulle speciali il pubblico è composto, ma molto caloroso. Bellissimo. Mi sono permesso di effettuare anche alcuni test di asseto, che utilizzerò in futuro.”

Alle sue spalle Maurizio Di Nicolantonio e Alessandro Mazzocchi, che rompono il leveraggio del cambio nella seconda prova speciale, nella terza si migliorano nettamente.

“Sono molto contento di questo mio esordio sulla terra. Ho voluto iscrivermi in Gruppo A, anche se ho a disposizione solo un Gruppo N. Ma la classifica non ha significato.”

 

Anche Rinaldo Callegaro ed Eva Bardone sono all’esordio sulla terra con la loro Opel Corsa 8V.

“E’ un fondo che non fa per me. Preferisco l’asfalto” commenta Callegaro, ma subito gli fa eco la Bardone:

“Però ci stiamo divertendo moltissimo.”

La loro gara inizia con difficoltà, infatti rompono un tubo dei freni in prova e rischiano di uscire, anche se viaggiano a rilento, poi nella seconda tengono giù il piede sull’acceleratore. Poi si accontentano della terza piazza di classe ed accumulano esperienza in vista di future uscite.

Gara spettacolo per Domenico Curatolo e Maria Elena Gotardo che si godono la gara con grandi pendoli divertendo il pubblico e loro stessi.

 

A5 La solitudine di Max Gilardetti

Max Gilardetti e Andrea Bongianni rimangono soli in classe ancor prima di partire. Decidono pertanto di sfruttare i 69.280 metri di speciale per accumulare esperienza in vista di gare future, senza però compromettere tutto con qualche sciocca uscita di strada. Abbassano il tempo prova dopo prova fino ad arrivare al tempo di 17’13” staccato nella terza prova. Per loro ci sarà sicuramente un rally su terra in cui troveranno avversari con cui misurarsi.

N2 Cogo, l’uomo di Maggiora

Vola letteralmente Gianluigi Cogo, che ha al suo fianco Omar Pedrazzoli con la sua verde Peugeot 106 del Pentathlon Auto Sport.

Cogo non è assolutamente disturbato dal giovane e poco esperto Edoardo Cornaglia, perciò si concentra solo sulla classifica assoluta, dove conclude 8° a 18” da Walter casa, cui è rimasto in scia fino all’ultima prova.

 

Cogo vanta quattro gare di esperienza sulla terra di Maggiora (piste che dista pochi km da casa sua) e nessuna nei rally su terra. Ma appena mette il casco in testa se ne dimentica, anche se in partenza fa il prudente.

“A lato della pista a Maggiora ci sono le vie di fuga, al massimo i terrapieni. Qui ci sono dei fossi profondi come gole del Gran Canyon. Meglio non rischiare”.

Poi in prova speciale dà fondo a tutte le sue capacità e stacca il 12° tempo nella prima prova, si migliora di 27” e stacca il 10° tempo in quella successiva. Ripete lo stesso tempo nella terza prova (13’49”3), dov’è decimo, peggiora leggermente nell’ultima, ma ormai il risultato è salvo. Grande prestazione per il giovane pilota di Paruzzaro.

Edoardo Cornaglia navigato da Luca Miletto rompe il motore della sua blu 106 nel traferimento che lo postava alla terza P.S.

N1 Il ritorno di Boniscontro

Quattro partenti in N1 con una lotta che si preannuncia agguerrita fin dalle prime battute.

E’ subito Cristian Boniscontro, navigato da Alessandro Caviglione, ad aprire le ostilità staccando il 21° tempo assoluto, davanti a Jacopo Barotti e Salvatore Di Martino (unico equipaggio vercellese in partenza), quindi Michele Megna, navigato da Vito Gravinese, che per la prima volta abbandona le sue fide Opel per testare una Peugeot 106, chiudono Paolo Giletta e Aniello Dura, che sono all’esordio sulla terra.

 

Boniscontro si ripete nella seconda prova, mentre Megna passa decisamente all’attacco e toglie quasi un minuto al suo tempo del primo passaggio, dopo aver preso confidenza con la Opel. Purtroppo un errore del suo giovane navigatore (é appena alla sua seconda gara ed errori del genere sono capitati a navigatori in pianta stabile nel mondiale rally) gli costa un minuto di penalizzazione.

Barotti stacca il terzo tempo migliorandosi di 12”, mentre Giletta ne toglie 24.

“Comincio vagamente a capire da che parte gira la macchina” dice con ironia il portacolori del Biella Motor Team.

A metà gara  si fanno i conti: Boniscontro è avanti con 10” su Megna, cui non è stata ancora conteggiata la penalità, che ha 7”5 su Barotti. Tutta da giocare.

Megna vince la terza speciale, con 12” di vantaggio su Barotti e 15” su Boniscontro che mantiene il comando in virtù della penalizzazione di Megna (che altrimenti sarebbe davanti di circa 20”).

“Ho pensato di gestire la situazione senza prendere rischi, ma ho gestito troppo". Si fanno i conti e gli scarti, poi il portacolori della Provincia Granda sa di essere al comando con 20”8 su Barotti, che è soddisfatto della sua seconda piazza.

Nonostante la circospezione Giletta finisce in un fosso e perde quasi 8 minuti.

Nell’ultima prova Boniscontro chiude in bellezza segnando il miglior tempo con 5” di vantaggio su Barotti aggiudicandosi così il 22° posto assoluto e la vittoria di classe.

“E’ il mio primo successo da sposato. Non correvo sulla terra dall’Aviano ’98 e mi sono divertito moltissimo. Dovrò fare più gare su questo fondo.”

Ovviamente molto soddisfatto anche Barotti che ottiene il secondo posto nella gara di casa a 29”5 da Boniscontro.

Segue Megna che ha ottenuto buoni tempi e si è fatto un’esperienza sulla Peugeot che non conosceva, quindi Giletta:

“E’ la nostra prima esperienza sulla terra. Il risultato non era importante, contavamo di arrivare e ci siamo riusciti.”

 

LE STATISTICHE
ISCRITTI 44
VERIFICATI 42
CLASSIFICATI 30
RITIRATI 12

 

VINCITORI PROVE SPECIALI
ASSOLUTA 3 Cattaneo (1, 2, 3)
1 Gulfi (4)
GRUPPO A 3 Zanatta (2, 3, 4)
1 Ruoso (1)
GRUPPO N 3 Cattaneo (1, 2, 3)
1 Gulfi (4)
KIT 6 Defilippi (1, 2, 3, 4, 5, 6)

 

VITTORIE SCUDERIE
1 New Driver's Team (A8)
Chicco d'Oro (N4)
Biella Motor Team (A7)
Rubicone Corse (N3)
Vimotorsport (A6)
Novara Corse (A5)
Pentathlon Motorsport (N2)
Provincia Granda (N1)

 

CLASSE A8 ISCRITTI 1 VERIFICATI 2 CLASSIFICATI 2
CLASSE A7 ISCRITTI 6 VERIFICATI 6 CLASSIFICATI 6
CLASSE A6 ISCRITTI 6 VERIFICATI 6 CLASSIFICATI 4
CLASSE A5 ISCRITTI 2 VERIFICATI 1 CLASSIFICATI 1
CLASSE N4 ISCRITTI 11 VERIFICATI 10 CLASSIFICATI 6
CLASSE N3 ISCRITTI 12 VERIFICATI 11 CLASSIFICATI 6
CLASSE N2 ISCRITTI 2 VERIFICATI 2 CLASSIFICATI 1
CLASSE N1 ISCRITTI 4 VERIFICATI 4 CLASSIFICATI 4

 

Parole&Parole

Semaforo verde. Prosaicamente a tutti i presenti. A cominciare dallo staff dell’Équipe Vitesse per il coraggio dimostrato nell’organizzare un evento assolutamente nuovo con i rischi di flop che presentava. E a tutti quelli che hanno corso: la terra è splendida, ma una prova così difficile e scassa macchina spaventava troppa gente. Complimenti.

Semaforo Rosso. Ai poliziotti appostati sulla statale 31, km 1.300, fuori dal centro abitato, un rettifilo a perdita d’occhio che collega Casale Monferrato con Vercelli muniti di autovelox. Su una strada a due corsie così larga che potrebbero atterrare i Boeing 747, si sono messi a sparare con il laser pizzicando concorrenti e spettatori. La legge va rispettata, ma deve essere logica e non penalizzante per il cittadino.

Diciamolo chiaro. Il limite dei 50 km/h su quel tratto di strada serve unicamente a rimpinguare le casse dell’Ente che propina le multe.

Siamo consapevoli dell’importanza delle Forze dell’Ordine nei rally.

Ma non si capisce perché una partita di ultima serie debba avere un reggimento di carabinieri che nessuno ringrazia al massimo tenta di menare, mentre un rally per un paio di pattuglie che smistano il traffico l’organizzazione deve prostrarsi in centinaia di ringraziamenti in tutte le salse.


Vincitore che viene da lontano. Se non di distanza, Lugano è facilmente raggiungibile da Vercelli, almeno di esperienza. Franco Cattaneo ha 44 ed ha iniziato a gareggiare nel 1976 ottenendo come miglior risultato in carriera la vittoria nel Promotion al Rally di Sanremo. Dopo aver messo in credenza casco e tuta per dieci anni è tornato a correre nel 2000, frequentando assiduamente il Terra italiano.

“Questa gara è bellissima, e sono molto soddisfatto di questo successo. La mia Mitsubishi è stata perfetta, facilissima anche da guidare. Prima di oggi l’assetto non era di mio gradimento, poi ho passato lunghe ore in officina e con il meccanico ho lavorato a lungo ed ora è perfetta. Comunque ci rivedremo il prossimo anno”.

Che bella prova! Generalmente apprezzata da tutti i concorrenti la prova di Prarolo si assoggetta al giudizio di un grande specialista come Giuliano Ruoso, terraiolo tosto.

“E’ una prova del tutto diversa da quelle frequentiamo abitualmente. Richiede una grande sensibilità di guida perché il minimo errore porta nei fossi dove ci sono poche possibilità di venirne fuori, o impantanati nelle risaie. Si inventa poco, perché la traiettoria è obbligata, comunque molto bella e impegnativa. D’altro canto questa non è una scelta degli organizzatori, ma la morfologia del terreno. Con le risaie e gli innesti a T, c’è poco da scegliere. Comunque è molto bella e divertente.”

Quanti finlandesi al traguardo. Gli stranieri erano rappresentati da un equipaggio svizzero e tre sammarinesi. Ma al traguardo sono comparsi i finlandesi.

Oltre a Zanatta, da sempre conosciuto come il finlandese di Castagneto Po (grazie ai cinque Mille Laghi disputati) si sono visti anche Gulfinen-Migaronen, così ribattezzati dai loro sostenitori dopo la grandissima prestazione nella quarta speciale. E con quello che hanno fatto vedere la nazionalità lappone se la meritano di sicuro.

Scuderie, vince la Novara Corse. La classifica riservata alle scuderie vede al comando la Novara Corse, seguita dal Biella Motor Team e all’Équipe Vitesse.

Cantamessa voglia di terra. Luca Cantamessa era in visita di piacere al Rally Ronde del Riso. Un piacere solo parziale in quanto il pilota astigiano avrebbe voluto essere della partita con una Subaru Impreza Gruppo N dell’Aimont. Ed allora, per lui e per gli spettatori, sarebbe stata goduria.

Dal ghiaccio alla terra. Delusione per Alex Pregnolato che avrebbe voluto partecipare con la sua Lancia Delta HF Integrale.

Purtroppo ha saputo troppo tardi che per correre nei rally con la sua amata “canarina” occorre la superlicenza, non necessaria in pista. Così non gli è rimasta altra possibilità che fare da spettatore interessato. Con la sua esperienza di guida sui fondi difficili avrebbe sicuramente potuto inserirsi nelle zone alte della classifica. (foto archivio Kaleidosweb)

La strategia di Zenigata. Il simpatico pilota novarese tenta una carta molto particolare per battere i suoi avversari. Alle verifiche regala infatti due bottiglie di vino bianco prodotte nella cascina Bompé nelle Langhe dove ha sede la sua azienda vinicola. Nonostante il generale apprezzamento del gesto nessun equipaggio abbandona per stato di ebbrezza prima del via.

“La strategia é giusta – commenta un pilota che vuole rimanere rigorosamente anonimo – è solo questione di quantità.”

Cosa non si fa per amore. Domenico Curatolo ha riposto ogni velleità di classifica prima ancora di iniziare la gara. Si è presentato infatti al via con la sua compagna Maria Elena Gotardo alle note, che non ha alcuna esperienza come navigatrice. In prova il pilota di Santhia ha badato più allo spettacolo che ai tempi, insegnando alla sua fidanzata i trucchi del mestiere. I tempi non saranno venuti, ma il bacio finale fra i due vale più di qualsiasi coppa.

Compra italiano, corri italiano. Pier Mario Cornaglia lancia sulla pedana di partenza un appello a tutti gli sportivi affinché comprino e corrano con le vetture del Gruppo Fiat.

“In questo momento difficile per il Gruppo torinese e soprattutto per i suoi operai bisognerebbe scegliere vetture italiane per scendere in corsa.”

Molto vero, peccato che i vertici della Fiat abbiano ucciso anzi tempo la Delta, non si siano minimamente preoccupati di darle un’erede, e si siano completamente disinteressati del mondo agonistico (suscitando ire e nostalgie per chi ricordava le grandi battaglie dei Trofei A112 Abarth prima e Fiat Uno poi).

Complimenti ai crono. A fine di ogni prova i cronometristi redigevano una classifica con già considerato lo scarto del peggior tempo, evitando ai concorrenti alchimie ed equilibrismi matematici.